L’arte della liuteria è una tradizione artistica che affonda sue radici tra XII e XIII secolo e con maggior vigore dal 1700 è arrivata fino ai giorni nostri.
I Liutai di Bisignano
Vanto dei bisignanesi è questa abilità raffinata di realizzare strumenti a corda che ha fatto diventare la città conosciuta in tutto il mondo, grazie anche e soprattutto alla famiglia de Bonis.
Nella bottega dei De Bonis le specialità sono i violini e i mandolini ad arpa, le chitarre da concerto e le chitarre battenti. Il laboratorio, per chi lo visita, sembra un groviglio di legni, ossi, vernici, colle, arnesi, colori. Ma per i De Bonis tutto è al giusto posto, nulla è in disordine; essi sanno ritrovare a occhi chiusi l’abete per i piani armonici, l’ebano per le tastiere, l’acero venato e moreggiato o il palissandro per le casse armoniche o per i manici, le costole e gli ossi di bue per le filettature o per gl’intarsi o per le bocche. È un ordinato disordine, come sanno vedere e volere gli artisti.
Per costruire e rifinire un buon violino, i De Bonis impiegano non meno di cinque mesi, tempo necessario anche per una soddisfacente essiccazione della colla e della vernice. A loro parere, un’operazione tra le più delicate è quella del taglio delle effe sul coperchio di uno strumento. Tant’è vero che Niccolò Amati (1595-1684), proprio aumentandone la sagoma in confronto con i modelli precedenti, diede maggior soavità alla voce dei suoi violini. Molto importante, inoltre, è la scelta dei legni, dei quali va considerata la compattezza fibrosa e, più ancora, la stagionatura, l’età dell’acero, ad esempio, si aggira sui dieci-quindici anni, mai meno. Particolarmente accurate sono l’applicazione delle colle e la verniciatura. Senza quest’ultima, il suono di un violino si altera dopo quindici-venti anni dalla sua nascita, perdendo purezza.
L’esperienza, evidentemente, è l’ultimo segreto nella successione gerarchica delle qualità necessarie a chi fabbrica strumenti musicali, ma è il primo assoluto, con tutta probabilità, per grado di importanza. E questo segreto, per i De Bonis. è ereditabile dai figli dei loro figli, e basta, come un lascito spirituale inestinguibile, perpetuo. Così comandarono i padri dei loro padri nei secoli, e quel comando è inviolabile. È legge. Una legge che continua a sopravvivere miracolosamente alle pressioni del pragmatismo contemporaneo: la legge morale.
All’antichissima dinastia dei De Bonis di Bisignano si sono rivolti i più grandi musicisti di tutte le epoche, spesso recandosi personalmente alla bottega di Bisignano, tra cui Domenico Modugno, Angelo Branduardi e i fratelli Bennato.
Nella città di Bisignano è stata voluta, dall’amministrazione comunale, la realizzazione di un ‘museo della liuteria’ dedicato ai fratelli Nicola e Vincenzo De Bonis.